Stampa vs Ricamo: il match del secolo

CHI VINCERA’?

Ho più volte accennato al fatto che nel nostro settore i clienti, pur bravi ed esperti nella propria attività, nel campo dell’abbigliamento aziendale non capiscono nulla di quello che gli viene proposto.

Il che è perfettamente comprensibile: gestiscono aziende che si occupano di agroalimentare, meccanica, macchine utensili, impiantistica e un milione di altre cose – ma il tessile non è il loro business.

Quindi, quando c’è da mettere su un nuovo capo, far partire un progetto, gestire un evento, sono costretti ad affidarsi completamente al loro fornitore (sperando che ne abbiamo uno almeno un pochino professionale); e una delle classiche domande è:

Cosa facciamo, stampa o ricamo? Qual è il migliore?

Beh, se si chiede a un serigrafo la risposta sarà stampa, ad un ricamatore ricamo – noi che ci occupiamo di tutte le personalizzazioni professionali diciamo: dipende.

Un esempio di lavoro realizzato sia con stampa che con ricamo?

I capi realizzati per Scuderia 73

Una linea d’abbigliamento ben riuscita e alla moda, che parla di passione e spirito sportivo, senza trascurare moda e comfort.

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La guerra tra i due più importanti sistemi di decorazione tessile dura da tantissimo tempo, ma più che di battaglie perse o vinte bisognerebbe parlare di stupidaggini cosmiche ed errori marchiani.

Tecniche utilizzate male, a sproposito, e tutto solo per la mancanza di una consulenza preventiva o semplicemente per il fatto di non essere in grado di offrire un servizio completo.

Quindi ci si limita a proporre le poche cose che si riescono a fare, le più semplici, e non si va a cercare quello che sarebbe veramente il meglio per il cliente. Mi sembra un modo di agire non proprio corretto.

Con questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza, dandovi almeno qualche base su cui ragionare per poter scegliere la giusta personalizzazione per i vostri capi.

Non mi voglio addentrare troppo nell’aspetto tecnico, di quello ne ho già parlato in un paio di articoli (Quello che mette i loghi sulle magliette e Come personalizzo il mio abbigliamento?); vorrei invece fare una piccola panoramica degli aspetti più pratici, dandovi modo di avere dei ‘principi base’ ed evitare gli errori più grossolani.

Un piccolo riassunto:

  • Nell’industria del tessile e dell’abbigliamento ricamo e stampa serigrafica sono di gran lunga i sistemi di decorazione più usati.
  • Nuovi sistemi come la stampa digitale o la stampa sublimatica possono essere interessanti in casi specifici, ma di massima ancora relegati a nicchie di mercato.
  • Con stampa serigrafica si intende il depositare l’inchiostro sul tessuto facendolo passare attraverso un telaio, dove è inciso il disegno; ogni colore ha un suo telaio.
  • Il ricamo viene realizzato tramite macchine a controllo numerico multitesta (una sorta di agglomerato di macchine da cucire automatizzate) che punto dopo punto vanno a riprodurre il disegno inserito.

Qui partiamo con le prime differenze: la stampa è inchiostro posato su di una stoffa, quindi di massima leggero e con un impatto minimo sul capo; il ricamo è una lavorazione meccanica che agisce sul tessuto, tirando, spingendo, con un suo peso e un suo spessore.

Di conseguenza una delle prime consuetudini: i tessuti leggeri (T.shirt) si stampano, quelli più pesanti (polo, felpe) si ricamano. Attenzione, non è un obbligo, semplicemente un’indicazione di massima; ci sono altri fattori da considerare.

Uno dei primi è la grandezza del disegno che vogliamo riprodurre.

In serigrafia non ci sono grandi problemi per la dimensione di stampa, il disegno può occupare anche tutto il telaio e comunque il colore verrà steso in un’unica passata. Costi aggiuntivi ci possono essere per stampe molto grandi, ma parliamo di formati vicini all’A3, quindi con uso molto limitato.

Tutt’altra storia per il ricamo, dove le superfici devono essere riempite punto per punto; una grafica anche solo un po’ più grande del normale può essere composta da 20.000, 30.000, anche 50.000 punti.

Un grosso impatto per il tessuto, in termine di peso e di stress meccanico. Quindi tendenzialmente appannaggio solo di quelli più robusti: per quelli leggeri sono preferibili stampa o ricami piccoli e non troppo pieni. Anche perché si sovrappone un problema di costo – molti punti uguale prezzo maggiore, e normalmente il budget dedicato alle magliette non è mai troppo elevato.

Per ovviare al problema ‘dimensione’ del ricamo, ci viene in soccorso la tecnica delle applicazioni: invece di riempire un’area di punti, la si forma con un tessuto sagomato, che la macchina da ricamo si limita a fermare.

Chi non ricorda le prime felpe con il nome delle città, o la mitica felpa FIAT della Hydrogen, inizio anni 2000 – 999 pezzi a 250 € l’uno, e venduti tutti!

Quello che invece pochi sanno è che il sistema si è evoluto: si possono realizzare disegni anche complessi, e il materiale per le applicazioni non è solo più il tradizionale panno.

Sono ormai utilizzabili tantissimi materiali diversi, tra cui alcuni anche molto morbidi e leggeri, che accoppiati ad un fissaggio ‘minimo’ funzionano bene anche sulle T.shirt.

Un sistema moderno, di grande impatto, di cui tanti anni fa siamo stati pionieri e ancora oggi da grandi soddisfazioni.

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Passiamo ad un altro inghippo: il numero dei colori.

Abbiamo detto: stampa serigrafica = 1 colore per telaio. Allora, è vero che una volta messa su la macchina la produzione è veloce e i costi sono bassi, ma per poter partire con la stampa dobbiamo incidere i telai, metterli in macchina, registrare i colori; lavoro che con anche solo 3 o 4 colori richiede un discreto tempo.

Anche perché la serigrafia ha un’altra particolarità: stampare su di una base colorata è più costoso rispetto allo stesso lavoro realizzato su di una base bianca – cambiano le coprenze, e di conseguenza il lavoro ed i prezzi.

Più veloce la partenza del ricamo, perlomeno se c’è già un impianto pronto; e preparare una macchina con un po’ di colori non è così complicato.

In entrambe le tecniche ci dobbiamo poi confrontare con la fedeltà dei colori: magari avete un logo registrato e la vostra bella carta grafica con indicati i Pantoni di riferimento.

Ma in serigrafia preparare un colore a Pantone, seppur possibile, ha un costo, specialmente quando i pezzi non sono molti, e con il ricamo non si può proprio fare.

Il filato si deve scegliere da una cartella dove sono presenti circa 500 coloritanti, ma con i migliaia di riferimenti Pantone esistenti siamo sempre all’approssimazione.

Altra cosa da considerare sono i particolari: sono molto piccoli e definiti?

A ricamo sarà difficile realizzarli, lo spessore di filo e ago limitano di molto le possibilità; quindi o si eliminano (scelta a prescindere sempre consigliata) o si vira sulla stampa.

Potremmo andare avanti all’infinito – ma a questo punto vogliamo provare a tirare qualche somma?

  • sulle T.shirt o comunque su tessuti leggeri tendenzialmente si stampa, il ricamo è proponibile solo se il disegno è realizzabile con non troppi punti.
  • se sono assolutamente necessari parecchi colori e la produzione è minima (10/30 pezzi), il ricamo è sempre da valutare.
  • pochi colori e tanti pezzi sono invece il regno incontrastato della stampa serigrafica; dai 100 capi in su inizia ad essere veramente conveniente, sei poi la quantità passa almeno a 1000 pezzi come prezzo non ce n’è per nessuno!
  • per la stampa di tanti pezzi (almeno 1000 o 2000) cambia la tipologia di macchina utilizzata, ed il problema del numero di colori diventa decisamente meno importante.
  • i tessuti più pesanti sono particolarmente indicati per il ricamo; l’effetto finale è decisamente più piacevole, ed il maggior costo (se c’è) è distribuito sul maggior valore del capo.
  • con loghi poco pieni e magari più colori, il ricamo diventa competitivo in termine di prezzo anche sulle grandi quantità.
  • per ovviare al problema del ‘peso’ del ricamo si può pensare di utilizzare applicazioni in tessuto per coprire le aree più grandi; il costo non è bassissimo, ma il risultato è notevolmente d’effetto.
  • in entrambe le tecniche sono possibili soluzioni particolari, che vanno dall’uso di inchiostri ‘speciali’ come i metallizzati o gli spessorati in serigrafia, ai filati opachi o in lana per il ricamo.

Soluzioni da usare per rendere il più ‘unico’ possibile il vostro capo da immagine!

E nota a margine, piccola ma con una notevole importanza per i vostri soldi: state attenti a rivolgervi sempre a qualcuno che si occupa direttamente delle personalizzazioni, perché altrimenti i passaggi tra i diversi soggetti fanno inesorabilmente crescere i costi!

Chiudo; e per tornare alla domanda iniziale, stampa o ricamo?

Il vincitore non c’è.

C’è una casistica sterminata, dove le combinazioni dei diversi fattori sono infinite…

Sono scelte delicate non solo per il vostro portafoglio (che comunque ha il mio massimo rispetto), ma soprattutto per l’immagine che volete proiettare all’esterno, che poi è quella che determina i vostri incassi.

Un altro esempio di lavoro che sfrutta le potenzialità sia di stampa che di ricamo?

Le polo realizzate per PALCO 19

Una polo con manica corta caratterizzata da una personalizzazione mista di stampa e ricamo. Particolare la posizione del ricamo eseguito sul fianco, espressione del ‘motto’ del locale.

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Quindi? Avete una sola scelta: rivolgervi ad un vero professionista del settore, con esperienza, attrezzatura, che possa occuparsi della vostra immagine aziendale con la garanzia di adottare sempre la migliore soluzione – per voi, ovviamente!

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